Mostra Antologica di Eros Fiammetti
Nato nel 1932, inizia a fotografare alla fine degli anni 40 con una Box Kodak 6x9cm, casualmente, lavorando per tutta la vita come radiotelegrafista.
Socio del Cinefotoclub, fondò nel 1963/64 insieme a Giuseppe Palazzi, il gruppo dei “Tre archi”, che per alcuni anni fu il punto di riferimento per la fotografia in bianco e nero. Numerose le sue serie, partendo dal suo racconto di Astrio, frazione di Breno, fotografata a partire dal 1950 fino al 1975, all’epoca isolata, non raggiunta da una strada degna di questo nome di cui racconta la piccola comunità, bloccata in un tempo immobile attraverso una squardo fatto di pudore e sensibilità. Nel 1960/63 fotografa in Valcamonica la Val di Grigne, zona di fusine e trafilerie. Ha raccontato dei suoi uomini, degli spazi quasi claustrofobici in cui lavoravano, dove ogni gesto trasudava energia e fierezza. Per arrivare alle serie cittadine, lo sfratto in Via Milano del 1964/65 e il concorso ippico a Campo Marte del 1961/66. Due facce della stessa medaglia: da una parte il vecchio quartiere operaio che stava subendo la trasformazione verso la modernità, dove le vecchie case stavano lasciando il passo ai nuovi condomini, dall’altra la vita lussuosa e cotonata di coloro che partecipavano al concorso interregionale ippico, tra splendidi cavalli e abiti eleganti.
Socio del Cinefotoclub, fondò nel 1963/64 insieme a Giuseppe Palazzi, il gruppo dei “Tre archi”, che per alcuni anni fu il punto di riferimento per la fotografia in bianco e nero. Numerose le sue serie, partendo dal suo racconto di Astrio, frazione di Breno, fotografata a partire dal 1950 fino al 1975, all’epoca isolata, non raggiunta da una strada degna di questo nome di cui racconta la piccola comunità, bloccata in un tempo immobile attraverso una squardo fatto di pudore e sensibilità. Nel 1960/63 fotografa in Valcamonica la Val di Grigne, zona di fusine e trafilerie. Ha raccontato dei suoi uomini, degli spazi quasi claustrofobici in cui lavoravano, dove ogni gesto trasudava energia e fierezza. Per arrivare alle serie cittadine, lo sfratto in Via Milano del 1964/65 e il concorso ippico a Campo Marte del 1961/66. Due facce della stessa medaglia: da una parte il vecchio quartiere operaio che stava subendo la trasformazione verso la modernità, dove le vecchie case stavano lasciando il passo ai nuovi condomini, dall’altra la vita lussuosa e cotonata di coloro che partecipavano al concorso interregionale ippico, tra splendidi cavalli e abiti eleganti.
in esposizione fino al 17 luglio 2022
apertura: martedì – mercoledì – giovedì dalle 9.00 alle 12.00
sabato e domenica dalle 16.00 alle 19.00